Nonno “Fredo”, ritratto nella fotografia del 1957 con l’ultimo dei suoi quattro figli, era il falegname del paese. Usava la sega a nastro, una pialla e una levigatrice a mano che si era costruito con tronchi di rovere e dei volani. Da quel piccolo laboratorio sotto casa, con seghetti, pialletti a mano e la legna dei boschi, inizialmente costruiva carri dalle ruote in legno, poi mobili e, nel tempo, porte e finestre.
Erano gli anni della guerra, poi del dopoguerra. Gli anni di Coppi, il parente sempre lontano che ogni tanto passava a salutare e che da convalescente all’isola d’Elba, aveva voluto con lui, come cuoca, la nonna “Nina”.
All’epoca di papà Rino il numero dei macchinari era notevolmente aumentato, anche il laboratorio era cambiato, era più grande e luminoso. I clienti, i fornitori si moltiplicavano e le possibilità di scelta di materiali, finiture e ferramenta erano in continua, veloce, evoluzione.
Gli anni Sessanta e Settanta erano quelli dell’edilizia intensiva, delle città che esplodono e dei megacomplessi residenziali. Spesso si partiva per Genova e ci si rimaneva per settimane. Con il 23 novembre 1980 e il terremoto in Irpinia migliaia di serramenti vennero prodotti per essere installati nei moduli abitativi destinati a quelle zone. Gli anni Ottanta erano anche quelli della moda e del lusso, del riscaldamento che costa poco, degli spazi che si espandono, delle abitazioni che si ingrandiscono e il lavoro si concentra nelle villette e nelle ville dei nuovi quartieri residenziali.
Un nuovo percorso: nuova la zona, nuove le attrezzature, nuove le produzioni, altre persone.
“Perché tutto rimanga com’è, è necessario che tutto cambi”
(F.T. di Lampedusa, “Il Gattopardo”).
Erano gli anni delle stragi, dei concerti per i diritti civili, di Mandela e del muro che si apriva verso est.
Erano anni di rivoluzioni e insicurezze, gli anni giusti per guardare un campo incolto (ex fornace) e vederci un futuro.
Avevamo vent’anni
Il fango, la devastazione e l’impotenza, gli ingentissimi danni e la stanchezza, ma anche la solidarietà ed il calore inattesi che hanno dato coraggio e la forza di non mollare... ancora Grazie!!!.
Due torri di infissi colorati e illuminati che si innalzano nel cielo, avvitandosi, per 12 metri. Un momento impegnativo, speciale... c’eravamo di nuovo
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Serramenti a prova di effrazione.
I punti di forza, in accessori, vetri, montaggio, misurati da rigorosi test tecnici
Trasmittanza termica, che ne determina il valore di efficienza energetica; permeabilità all'aria; tenuta all'acqua; resistenza al vento.
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